Bardiani-CSF, delusione per “norma che punisce chi non ha responsabilità”, ma niente ricorso per il mese di stop
Un mese di stop per la Bardiani – CSF che paga a caro prezzo la doppia positività di Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni a pochi giorni dall’inizio del Giro d’Italia. La formazione italiana, che non potrà partecipare a corse del calendario UCI, dovrà stare ferma fino al 14 luglio. C’è naturalmente delusione, malgrado non ci sia volontà di ricorrere al CAS contro la decisione della Commissione Disciplinare, come si legge nel comunicato rilasciato.
La Bardiani-CSF comunica di aver preso atto in data odierna della decisione della Commissione Disciplinare dell’UCI di sospendere il team da competizioni internazionali per trenta giorni, dal 14 giugno al 14 luglio 2017, ai sensi dell’articolo 7.12.1 del Regolamento Antidoping e in seguito alla positività di Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni.
La squadra comunica altresì di non voler ricorrere in appello presso il CAS di Losanna ma, nel pieno rispetto degli organi competenti, intende comunque manifestare la propria non soddisfazione per la durata della sospensione e, più in generale, per una norma che punisce oltremisura coloro che non hanno responsabilità, come la squadra e gli altri atleti, davanti ad azioni scellerate prese da individui sciagurati e dissennati.
Alla luce dei danni provocati dalla vicenda e già subiti al 100° Giro d’Italia, sia d’immagine che sportivi, disputando la corsa con sette corridori, e del percorso intrapreso con il progetto #GreenTeam, mai toccato in precedenza da qualsivoglia indagine o accusa di violazioni antidoping, la squadra riteneva più congrua una durata inferiore.
Il team Bardiani-CSF, grazie in primis al sostegno dei propri sponsor, intende infine ribadire il proprio impegno affinché il proprio progetto sportivo, che ampi e positivi riscontri ha ottenuto in questi anni, sia rafforzato e salvaguardato dalle azioni di coloro che nulla hanno a che fare con i valori promossi dalla squadra.
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